Premana: MONDIALE VOI
Premana, un mese già, un mese fa…
eppure sembra davvero solo ieri, anzi no, sembra solo un attimo fa…
Premana, non soltanto una gara, ma un complesso ed un crocevia colorato di suoni, di emozioni e di pensieri che ognuno di voi, io credo, porterà per sempre nel cuore.
Nel dire ognuno di voi, e mi piace partire non a caso proprio da qui, intendo tutta la magnifica famiglia organizzativa del Giir di Mont; una famiglia dove lo sport, quello vero, quello con la “S” maiuscola, la gente lo respira ancora a polmoni pieni.
Edizione Mondiale del Giir di Mont! L’aggettivo usato esprime tutta l’essenza e tutto il sapore della vostra e, se mi è concesso, anche della “mia” gara.
Ed ecco, se vi pare, (colpa del buon Fazzini) in qualche riga scritta di getto il mio viaggio ed il mio abbraccio verso di voi…
Ricordo il mio arrivo a Premana, ogni volta una piccola sorpresa con quel paese là, arroccato sul fianco della montagna; là, quasi sospeso tra il verde dei boschi e il blu del cielo, c’è una festa, prima ancora che una gara, che non ti aspetti. Ultimo tornante verso Premana, il paese che per un attimo scompare e poi d’improvviso la piazza della chiesa con un via vai ordinato e allo stesso tempo caotico di tante “formiche” operose. Parcheggio la macchina ed è un abbraccio dopo l’altro; bello, vero, forte e sempre piacevole sentirsi a casa anche quando a casa non sei.
Sabato pomeriggio del 24 luglio, un caffè al bar, ultimi preparativi per la sera, il briefing che incombe… guardo serenamente divertito tanta gente che lavora anche per me; sento sulla pelle la passione di un paese intero e gioisco nel vedere come il Giir di Mont sia un collante unico per generazioni solitamente divise da solchi e fossati.
Scende la sera, tutto è pronto per la presentazione della gara. Il buon Filippo Fazzini mi consegna un’ultima scaletta… lo guardo come a rassicurarlo ma so già che farò il contrario o quasi. Tutti aspettano i big, li accontento, li chiamo sul palco e mi dico: “adesso ci vuole un botto”…ed il botto lo trovo in Kilian Jornet Burgada che per una sera almeno trasformo da imbattibile campione in un credibile e simpatico commentatore sportivo. Gli dico: “ Fai tu l’intervista ai tuoi colleghi”, lui ci sta e… centro! Il catalano è un fenomeno anche in questa veste inedita… e le risposte ai suoi quesiti di De Gasperi, piuttosto che di Mejia, fanno ridere di gusto e divertire una piazza stracolma (per me il più bel briefing della storia dello skyrunning).
Notte di pensieri per gli atleti e per gli organizzatori (a dire il vero ne ho visti a notte fonda al bar, e in condizioni “pietose”… nomi non ne faccio) e poi all'improvviso un’ alba meravigliosa e un mattino che sa di felicità davanti a noi. Il mio collega Roberto - gran persona - puntuale come sempre mi prende sotto l’albergo in cui sono alloggiato e poi su a tutta verso Premana con la sua piccola fuoriserie che sguscia via tra quelle case e lungo vicoli che a me sembrano sentieri e a lui strade…
Si parte: la piazza è uno spettacolo nello spettacolo. Quasi 650 concorrenti, 12 nazioni al via; visi, espressioni, dialetti, colori e scongiuri poi la sfida che parte… ognuno a Premana per un qualcosa; ognuno a Premana con un sogno nel cuore, non importa se di vittoria o più mestamente di una sola speranza di arrivo.
Là sulle cime del percorso intanto un “muro” di gente che si va formando. Giovani, vecchi, uomini e donne, tutti lassù: chi su Bocchetta Larecc, chi a Vegessa, chi a Deleguaggio, insomma tutti ad un passo dal cielo a respirare l’atmosfera unica del Giir di Mont.
Ed è subito duello per la vittoria, un duello epico e forse anche storico, tra Kilian Jornet Burgada già primo a Premana nel 2008 e nel 2009 nonché plurimedagliato nello skyrunning e nello sci alpinismo e il forestale di Bormio Marco De Gasperi, leggenda della corsa in montagna e ben sei volte campione mondiale della specialità. E’ una sfida intensa, appassionante, incerta per quasi metà gara poi, Kilian se ne va… se ne va questo ragazzo dal talento che sa di cristallo, se ne va verso l’abbraccio di Premana. È vittoria, è record, è gioia ed ilcielo sembra davvero essere caduto sul sagrato della chiesa.
Arriva De Gasperi, secondo, stremato “stracc” dirà lui, Kilian lo abbraccia e lo porta in trionfo; gran gesto, la folla applaude.
Passano i minuti, lo spagnolo Hernando agguanta il podio poi il connazionale Castaner ed il lecchese Golinelli, autore di una gara magistrale. Nell’ordine poi il britannico Owens, il mito messicano Mejia, gli azzurri Pivk e Brunod e, a completare i primi dieci, il catalano Augusti.
Il Burdada ingonnella… è francese e si chiama Laeticia Roux; anche lei è una stella dello sci alpinismo, anche lei come Kilian fa le cose in grande; primato demolito ed il futuro nelle mani; seconda al traguardo la catalana Miro Varala, poi la grinta di Manuela Brizio ad avere la meglio sugli acciacchi di Stephanie Jimenez e sulla piccola ma grintosa friulana Paola Romanin.
Nella gara corta (se 20 km sono per cosi dire corti) brillano la valtellinese Raffaella Rossi ed il sorriso del ragazzo prodigio colombiano Saul Antonio Padua, poi l’ennesima gran gara dell’indomito combattente Lucio Freegona e la gioia dei due premanesi Erik Gianola e Lorenzo Vittori, mano nella mano, terzi al traguardo.
Poi arrivi, arrivi ed ancora arrivi; primo o ultimo a Premana ognuno ha il suo momento di gloria.
Tempo di premiazioni, emozioni nel cuore, il pubblico al settimo cielo un po’ per tutti i premiati; poi il palazzetto che sembra cadere quando Kilian con gli occhi lucidi ed il microfono in mano saluta Premana; e poi ancora l’Italia campione del Mondo a squadre, l’inno d’Italia e lacrime che scendono dagli occhi.
Sguardi che si cercano e che si incrociano in quel palazzetto (che sembra sempre piccolo, ma che piccolo non è) anche quello della mia magnifica famiglia, con mia moglie Francesca e il mio piccolo Davide che abbracciano il loro papà felice ed un po’…tanto stravolto.
La macchina, un viaggio davanti… due tornanti e poi Premana che scompare dietro un colle ma che rimane con la sua gente nel mio animo; un velo di malinconia nel cuore, ma anche la consapevolezza di aver dato anch’io nel mio piccolo, come d’altronde voi tutti amici del Giir di Mont, tutto quello che avevate dentro.
Pensiero di mio figlio Davide, tre anni, in macchina verso Lecco :“ Papà torniamo a Premana” …
Tornerò, torneremo!
Silvano Gadin
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La mia prima partecipazione alla celebre Skyrace "Giir dei mont" di Premana, non è stata solo una di quelle esperienze che ti segnano emotivamente, ma soprattutto una di quelle che contribuiscono ad arricchire il proprio bagaglio sportivo, sociale e culturale.
Premana, inteso come abitanti, e il Giir di Mont, è un binomio imprescindibile dalla corretta sinergia, un amore che si fonde fra persone legate alle proprie tradizioni di montagna che amano gli sport della fatica pura.
Ne avevo sentito parlare tanto, ma pur conoscendo da anni la zona, ero scettico sul come un Paese così piccolo potesse rendere così importante una gara di corsa in montagna. Ebbene, senza paura di cadere in retorica, sento di poter dire di aver provato, in questa lunga (per il sottoscritto) gara, dei brividi come mai nella mia vita (sportiva, ovviamente) mi era capitato!
Una delle cose che mi ha colpito positivamente, è stato il vedere quanto i ragazzini del paese siano già così legati a questa manifestazione! E' questa la cosa fondamentale a mio parere, per avere degli adulti, domani, con una cultura sportiva vera e non frivola come quelle che, sempre più spesso, si instaurano nelle città ma anche nei paesi.
I passaggi fra le baite degli alpeggi ti regalano attimi di compagnia, di vera festa. Così come nel passaggio più alto, alla bocchetta di Larecch, si può persino dimenticare per un attimo quanta fatica si stia profondendo tale è il caloroso frastuono delle persone che affollano il sito!
Anche se magari altre competizioni possono vantare altrettanti passaggi con tifo indiavolato, non è facile però trovare tale calore umano, proprio come se la gara appartenesse davvero alla gente del posto, in tutto e per tutto!
Anche la mia gara, tutto sommato può essere considerata soddisfacente. Anche se non avevo esperienze su questi sentieri, devo dire di essermi trovato a mio agio, come fossi stato sui miei "troi" bormini. L'essere secondo altraguardo, non ha significato per me una sconfitta, anzi! Chi mi ha battuto è un atleta della classe cristallina, che nella sua ancor giovane carriera ha fatto scelte importanti quanto difficili, che lo hanno fin ora premiato e che gli auguro possano regalargli ancora tante soddisfazioni future! Ma chissà mai che un giorno possa tornare con lui a Premana per una rivincita....magari sfidandolo a fare festa in un qualche "Past" tipico di questi alpeggi! Li forse potrei avere maggiori chanches di vittoria!!!
Marco De Gasperi